Questo libro nasce dalla storia di un padre che, alla nascita della figlia, decide di non riconoscerla. O forse sarebbe più corretto dire che nasce dalla storia di una figlia che, alla sua nascita, non viene riconosciuta dal padre.

La fotografia diviene allora lo strumento di ricerca nitido per ri-osservare la propria storia familiare ed emotiva e riflettere su quali siano le conseguenze di un non riconoscimento sulla vita di una persona. Cosa rimane di reale e concreto quando qualcuno rinnega così drasticamente la sua esistenza?

Un passato che attraverso le immagini ritorna a compiere percorsi di definizione di senso. Fotografie che sono rotture, strappi, frammenti di puzzle che fanno fatica ad incastrarsi. Il proprio vissuto fatto di incongruenze e disattese si rivela nel presente come transito della memoria dal vuoto a un luogo dell’anima dove le sovrapposizioni di materiali e oggetti raccontano il dramma dell’assenza e della negazione della propria identità.

14 x 19 cm
Stampa digitale su carta cyclus offset con rilegatura a punto Singer.

BIO

Jessica >nasce sull’Appennino Tosco Emiliano 26 anni fa. Vive da circa un anno e mezzo a Bologna, attualmente lavora come operatrice legale presso un’associazione che ospita donne migranti e vittime di violenza. Da sempre vicina alla fotografia come mezzo d’espressione artistico, intimo e personale, ha terminato gli studi presso Spazio Labò nel 2016 ed ha successivamente continuato a formarsi avvicinandosi al mondo del libro fotografico e riuscendo a produrre il suo primo menabò. Ha esposto in varie mostre collettive e personali proponendo una fotografia di stampo fortemente concettuale e simbolico e, di recente, si è avvicinata al mondo della fotografia analogica con la quale attualmente lavora.